Storia dell'inconscio

Tecnica nella Psicoanalisi contemporanea

Tecnica nella Psicoanalisi contemporanea
Scritto da Adriano Legacci

Tecnica nella Psicoanalisi contemporanea: le strategie secondarie

L’articolo di Gabbard si conclude sostanzialmente con l’analisi delle strategie secondarie che possono arricchire la tecnica nella Psicoanalisi contemporanea:

“In psicoanalisi il cambiamento avviene principalmente attraverso la relazione terapeutica e l’acquisizione dell’insight o attraverso la comprensione: nella psicoterapia psicoanalitica sono comuni molte altre vie di azione terapeutica. Parecchie strategie secondarie, se ben usate, possono contribuire in modo sostanziale a cambiamenti significati….Alcune di queste strategie possono (o dovrebbero) funzionare anche in psicoanalisi, almeno in determinati momenti e con certi pazienti.” (Gabbard, 2004, pag 131).

Quel che colpisce è che buona parte di queste strategie secondarie di Gabbard corrispondono alle strategie primarie dell’approccio cognitivista, fatto che sembra suggerire la possibile importanza di arricchire la tecnica nella Psicoanalisi utilizzando alcune chiavi di lettura extra-analitica, per quanto bisogna sempre ricordarsi che queste strategie rimangono secondarie rispetto ai fattori aspecifici illustrati nei precedenti articoli. Le ricerche sui fattori aspecifici quindi hanno permesso di mettere a fuoco tecniche psicoterapeutiche di base e valenza universale, che possono contribuire alla buona riuscita della cura.

Esempi di tecnica nella psicoanalisi contemporanea

Secondo l’autore il primo tipo di strategia secondaria è una forma di confronto che include suggestioni esplicite ed implicite al cambiamento: gli studi sui fattori aspecifici di Gabbard affermano che volenti o nolenti i nostri interventi contengono sempre una componente di suggestione, e ciò anche nella psicoanalisi classica, nonostante in questa si cerchi di non suggestionare il paziente; d’altro canto può essere utile evitare quanto e quando possibile tale atteggiamento terapeutico, la troppa suggestione può creare dipendenza nel paziente ed intensificarne o cambiarne il Transfert. Pur essendoci una maggior tecnica di cura nella Psicoanalisi contemporanea, questa tecnica deve comunque essere vincolata all’esplorazione ed il monitoraggio del Transfert.

Una seconda forma di intervento, che già era stata precedentemente accennata parlando dei convincimenti patogeni del paziente, è il “confronto rispetto a convinzioni disfunzionali.”:

“Sebbene ciò sia una parte esplicita della terapia cognitiva, di solito gli analisti lo usano in modo sia implicito sia esplicito….L’esame e il confronto sulle convinzioni disfunzionali o irrazionali è una componente inevitabile di qualsiasi buona psicoterapia per la depressione o l’angoscia, a prescindere dalle basi teoriche per il trattamento, perchè gli stati depressivi o angosciosi conducono a pensieri che perpetuano la disforia, e che quindi necessitano di essere trattati in modo diretto” (Gabbard pag 132, 2004).

Come terza tecnica secondaria Gabbard pone, il problem solving ed il decision making. Si può essere scettici di fronte all’utilizzo di tecniche così direttive all’interno della psiconalisi, incentrata sull’astensione del terapeuta e le libere associazioni, ma a tal riguardo l’autore afferma:

“Usiamo di solito interventi “direttivi” di questo tipo nel trattamento di gravi disturbi di personalità in cui ci siano difficoltà nella capacità di mentalizzare. Interventi di questo tipo, anche se non classicamente “analitici”, possono avere due effetti positivi. In primo luogo, possono aiutare una persona a fare scelte di vita più adeguate, influenzando così le decisioni successive….l’aiutare i pazienti a risolvere i problemi può aiutarli a imparare a risolverli meglio in futuro, particolarmente quando le emozioni saranno forti e la capacità di ragionare compromessa” (Gabbard, 2004, pag 132-133).

Tecnica nella Psicoanalisi contemporanea: il caso dell’esposizione

L’ultima strategia citata è l’esposizione:

“Esposizione significa mettere il paziente a contatto con lo stimolo o la situazione che gli fa paura e indurlo ad affrontarli fino a che non ne sarà più angosciato” (Gabbard, pag 133, 2004).

L’autore riconosce la superiorità dell’approccio comportamentista nell’utilizzare tale tipo di tecnica, soprattutto nella cura delle fobie e gli stati d’angoscia, dove il paziente deve quai sempre rivivere lo stimolo fobico se vuole superarlo. L’autore in tal senso auspica un maggiore utilizzo di questa tecnica nella Psicoanalisi contemporanea, soprattutto in caso di fobie.

Egli sottolinea l’importanza di questo fattore aspecifico perché la fobia può essere anche una paura psichica, non per forza legata a qualche stimolo del mondo esterno; nel rivivere tali esperienze psichiche con le parole, la cura somministra comunque una forma di “esposizione”: questa infine si rivela capace di calmare la persona e migliorarne lo stato. In conclusione al quesito iniziale dell’articolo, forse possiamo affermare che si può anche prendere in considerazione altri spunti ed approcci, a patto però che si rimanga ancorati al proprio orientamento teorico di base. Tale eclettismo della tecnica nella Psicoanalisi contemporanea permette ancora di conservarne la qualità ed unicità di cura? Ai posteri l’ardua sentenza.

Tecnica della Psicoanalisi Contemporanea. Bibliografia

:: Glen O. Gabbard, Drew Westen, “Ripensare l’azione terapeutica”, “gli Argonauti”, N° 101, Giugno 2004

Sull'Autore

Adriano Legacci

Già direttore dell'equipe di psicologia clinica presso il poliambulatorio Carl Rogers e l'Associazione Puntosalute, San Donà di Piave, Venezia.
Attualmente Direttore Pagine Blu degli Psicoterapeuti.
Opera privatamente a Padova e a San Donà di Piave.
Psicoterapia individuale e di coppia.
Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disordini alimentari, disturbi della sfera sessuale.
Training e supervisione per specializzandi in psicoterapia

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